Vaso Shiva di Ettore Sottsass
Posted on martedì, 14 Febbraio 2023 by Chiara Canetoli
“Benché l’India sia un inferno di miseria è meraviglioso viverci, perché essa manca totalmente di volgarità”.
Queste solo le parole di Pasolini mentre riporta le sue sensazioni di viaggio, compiuto insieme ad Elsa Morante e Alberto Moravia, negli anni sessanta.
Nello stesso periodo, anche Ettore Sottsass con la compagna Fernanda Pivano si lasciavano affascinare da un paese ancora tutto da decifrare e da capire, senza pregiudizi e a digiuno da ogni forma di stereotipi.
A valle del viaggio, Pasolini scriverà un libro, Sottsass plasmerà la materia: due forme di espressione che, messe assieme, ci raccontano di un mondo ricco e complesso, ed al contempo testimoniano l’estrema sensibilità di questi due viandanti atipici.
Dopo questa premessa, riportate adesso il vostro sguardo sul vaso Shiva: nell’estremità della vostre labbra scomparirà quel riso malizioso dato dalla forma espressamente fallica dell’oggetto.
Rimangono l’irriverenza, la forte vitalità quasi traboccante di vita e la volontà di rigenerarsi e rinnovarsi continuamente, proprio come la divinità indiana di cui il vaso riporta il nome.
Se si dovesse ripercorrere la vita di Sottsass, si farebbe davvero fatica a trovare una linea di demarcazione tra vita e arte, in quanto l’artista ha divorato tutto, con grande appetito: amori forti, viaggi continui, progetti di lavoro che lo portano a diventare uno dei protagonisti del mondo del design e dell’architettura.
Dall’esperienza rivoluzionaria con Olivetti fino al gruppo Memphis.
In tutte queste avventure c’è anche la passione per la scultura, il bisogno di pensare con le mani: da questo periodo prende vita il vaso Shiva ideato nel 1973 per l’azienda BD Barcelona.
Ben 23 centimetri da cui potete far svettare fiori “perché il design è un modo di discutere la vita e un modo di discutere la società, la politica, l’erotismo, il cibo e persino il design”.


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